Questa ragazza legge in lingua originale un romanzo pubblicato per la prima volta nel 1965 ma rimasto per parecchio tempo uno dei grandi romanzi dimenticati della letteratura americana (in Italia viene pubblicato per la prima volta nel 2012).
L’autore, John Edward Williams, era nato nel 1922 in una famiglia di modeste condizioni economiche del Texas e si iscrisse all’Università di Denver solo dopo la fine della seconda guerra mondiale, durante la quale fu di stanza in India e in Birmania. Rimase a Denver per tutta la vita, dove insegnò Letteratura inglese presso l’Università del Missouri e dove morì nel 1994.
Poeta e narratore, John Edward Williams è stato finalmente riscoperto negli ultimi anni, diventando un vero e proprio fenomeno di culto a livello internazionale.
Il romanzo racconta la vita di un uomo, Stoner appunto, che, nato in una famiglia di contadini poveri, finisce per scoprire dentro di sé una passione struggente per la letteratura e diventa professore. È la storia di un uomo che conduce una vita semplice al limite della frugalità. Una vita che lascia poche tracce. Ma Stoner è molto molto di più: è un romanzo sull’amicizia, sul matrimonio, un romanzo di ambiente universitario, un romanzo sociale e – last but not least – un romanzo sulla fatica. Sul duro, implacabile lavoro nelle fattorie, sull’impegno che richiede la vita matrimoniale, sulla difficoltà di allevare con paziente empatia una figlia all’interno di una famiglia avvelenata, e sul tentativo di avvicinare alle meraviglie della letteratura studenti universitari spesso insensibili. Ma, al fondo, Stoner è soprattutto un romanzo sull’amore: sull’amore per la poesia, per la letteratura e anche sull’amore romantico. È un romanzo su cosa significa essere umani.
John Edward Williams – Stoner, Vintage Classic 2003

Ho letto questo libro: veramente appassionante.
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Ci credo, infatti lo voglio leggere anch’io 🙂
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Gran bel libro. Merita davvero
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Una delle migliori scritture che io abbia incontrato; e solo per questo un libro assolutamente da leggere. E un libro che, purtroppo, non ho apprezzato.
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Interessante il tuo commento, penso che lo prenderò in biblioteca prima di acquistarlo 😉
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la copertina mi da un senso di solitudine
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Forse è proprio quello il suo obiettivo, comunque conta che quella non è la copertina italiana, che è un po’ diversa
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La copertina italiana l’ho vista spesso. Non avevo fatto il collegamento. Comunque gli ultimi commenti che ho fatto erano quasi tutti inerenti le copertine… vedi come sono importanti nell’attrarre un lettore? Se non si conosce l’autore o se non si è sentito parlare del libro, nella moltitudine di una libreria la copertina conta
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L’ho letto perché me l’hanno regalato, l’ho trovato scritto benissimo… ma non sono riuscito ad appassionarmici. Sono dell’idea di Hitchcock per cui l’arte è la vita senza le parti noiose: e questo, invece, mi è sembrato un romanzo in cui c’erano solo le parti noiose (e tetre). Lo so che è “fatto apposta”, lo so che è un capolavoro: ma non fa per me. E non me lo porterei mai in spiaggia! 🙂
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Ciao! Ma non lo aggiorni più il tuo blog?
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Ciao Wwayne, solo raramente
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Io invece ho appena pubblicato un nuovo post: https://wwayne.wordpress.com/2022/12/31/i-10-film-piu-belli-che-ho-visto-nel-2022/
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indimenticabile Stoner, da leggere e rileggere
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