Questa simpatica signora che legge in riva al mare ha deciso che, una volta finita la lettura, lascerà il libro a disposizione degli altri clienti del suo Bagno, con una bella iniziativa personale di passalibro (anche detta Book Crossing) che le fa onore.
Ritmo serrato, carica emotiva, energia, acume, risultato elettrizzante, sorprendente, ricco di colpi di scena, difficile staccarsene, tiene incollati. Questi sono alcuni dettagli della descrizione e dei commenti dei lettori. Qualcuno aggiunge “Il giudizio entusiasta è moderato da qualche luogo comune di troppo, ma lo raccomando lo stesso.”
La scrittrice statunitense Karin Slaughter (1971) è l’autrice di questo poliziesco, ambientato ad Atlanta, che ha per protagonista l’agente speciale Will Trent, qui al secondo romanzo della serie a lui dedicata, arrivata ormai a quota 13.
Un atroce crimine ha colpito al cuore la periferia più ricca di Atlanta. Rientrando nella sua villetta nel verde di Ansley Park, Abigail Campano trova ad accoglierla vetri rotti, tracce di sangue e il corpo martoriato di una ragazza. Inizialmente, pensa che quelle membra straziate siano della figlia Emma: disperata, la donna si avventa su quello che ritiene essere l’aggressore. Poi, lentamente, la verità comincia a farsi strada: non è di Emma quel corpo riverso sul pavimento; non è il suo assassino quel ragazzo che Abigail ha appena ucciso, a mani nude. Le indagini vengono affidate alla polizia di Atlanta, ma torbidi giochi di potere e un errore di valutazione da parte delle autorità, rendono inevitabile l’intervento di Will Trent, agente speciale del Georgia Bureau of Investigation. Perché c’è qualcosa in quei vetri rotti, in quelle tracce di sangue, nello sguardo spento di Abigail che solo Will Trent saprà leggere: ma dovrà fare in fretta, costretto a una corsa contro il tempo per evitare che altre vite vengano spezzate in nome di un segreto che nessuno sembra voler svelare. Un thriller appassionante che segna il ritorno di Will Trent e della serie bestseller inaugurata con “L’ombra della verità”.
Karin Slaughter – Tre giorni per morire, Fanucci 2018 (pubbl. originale 2008)

Molto bello il Book Crossing da spiaggia. Questo mi ricorda una lunga chiacchierata di qualche giorno fa con un caro amico, in cui provammo a rispondere alla domanda “quali siano i libri che valga davvero la pena, che abbia senso, possedere“, e quanti altri potremmo invece destinare ad altre vie come il BC.
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La domanda è interessante e a casa mia ritorna periodicamente, ogni volta che tento di liberare spazio nella libreria. Senza però riuscirci… Se con il tuo amico avete trovato la lista perfetta per favore fammela avere 🙂
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Ci siamo divisi sull’esito della discussione: secondo lui gli unici che vale la pena tenere sono i classici. Secondo me tutti quelli per cui di essi puoi raccontare, ancorché brevissima, una storia in relazione a loro (non necessariamente legata al contenuto).
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Sì, anch’io penso che se un libro ti ha lasciato qualcosa, una riflessione personale, un’emozione particolare, se quel libro non l’hai dimenticato, allora forse ha significato qualcosa per te, perciò vale la pena tenerlo. Viceversa non tutti i classici che ho letto mi hanno toccato…
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