Un bell’Urania non poteva mancare su una spiaggia come si deve, per tutti gli appassionati di fantascienza che sanno addentrarsi anche in storie inverosimili, le quali poi – è accaduto più spesso di quanto si creda – si sono rivelate profetiche.
L’autore di questo romanzo è Ward Moore (1903-1978), statunitense nato da genitori ebrei di origine tedesca. Espulso dalla scuola superiore per la sua attività di pacifista durante la prima guerra mondiale, ha trascorso, durante i primi Anni Venti, diversi anni in vagabondaggio in giro per gli Stati Uniti. Ha lavorato in una fattoria, poi nell’edilizia e infine ha trovato impiego presso un cantiere navale. Solo durante la seconda guerra mondiale è entrato nel campo dell’editoria, lavorando come ghost writer. Il suo primo libro esce nel 1942, quando l’autore ha 39 anni, si intitola Breathe the air again e racconta, con ampi tratti autobiografici, la lotta sindacale in California durante gli Anni Venti, all’inizio della Grande Depressione. Il suo primo romanzo di fantascienza, Più verde del previsto, viene invece pubblicato nel 1947. Quello scelto dal nostro lettore da spiaggia invece, I prigionieri del caduceo, è stato scritto a quattro mani insieme a Robert Bradford, venne completato nel 1959, ma fu pubblicato solamente dopo la sua morte.
Mondadori propone questo testo nel 2015, quando ancora il Covid non era comparso a scompaginare le “normalità” delle nostre società, eppure oggi il tema risulta quanto mai di attualità. Infatti il racconto narra di una società distopica dove la Medarchia, dittatura mondiale retta da una élite di medici, opprime la popolazione mondiale con una psicosi salutista, un’ipocondria di massa giuridicamente legittimata. Chiunque non si sottoponga a dettagliati e continui esami medici, chiunque non circoli con la cartella clinica sempre a portata di mano per giustificare il proprio stato di salute viene considerato un anormale, un deviato, un sovversivo e rischia l’eliminazione fisica.
Mondadori ha aggiunto, in calce al romanzo, due racconti di Ward Moore: Lot (1953) e La figlia di Lot (1954). Anche in questo caso il tema trattato sembra toccarci oggi – troppo – da vicino. La cornice narrativa è quella di un olocausto nucleare, in cui le principali città della terra vengono distrutte da un conflitto totale tra superpotenze. I protagonisti sono i membri di una famiglia in fuga, i quali, anche se risparmiati dalla devastazione delle esplosioni, dovranno affrontare un mondo ritornato a uno stato di barbarie primitiva.
Ward Moore – I prigionieri del Caduceo, Urania Mondadori 2015 (pubbl. originale 1978)

Più che sul Covid, mi sembra un romanzo sull’abilismo contemporaneo, per cui devi essere sempre “al massimo” per essere un membro rispettabile della società. Per altro, il libro è stato scritto in America, dove non so al tempo di Moore, ma oggi come oggi le assicurazioni sanitarie ti chiedono un premio esagerato anche solo se hai una carie al dente…
Interessante come molti scrittori di fantascienza venissero da realtà politiche “di movimento”.
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Sì, c’è senz’altro quella componente (abilismo), d’altronde arrivare fino a profetizzare il Covid mi sarebbe sembrata un po’ troppo precisa come profezia. Anch’io ho pensato fosse interessante dare qualche notizia sulle scelte politiche dello scrittore, la fantascienza è un mondo strano, in tutti i sensi… 🙂
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