Questo libro l’ho incontrato più di una volta tra le mani dei lettori da spiaggia di quest’anno. La scrittrice francese Valérie Perrin (1967) ha ricevuto numerosi premi sia con il suo primo romanzo, Il quaderno dell’amore perduto, sia con questo suo secondo lavoro Cambiare l’acqua ai fiori. In particolare per quest’ultimo recensioni entusiastiche: “Un romanzo sensibile, un libro che fa passare dalle risate alle lacrime con personaggi divertenti e accattivanti” ; “Nonostante una copertina e un titolo considerati un po’ semplici ci lasciamo prendere da questo turbinio di storie che si intersecano, con il cimitero come protagonista, il cui giardino fiorito e rigoglioso significa speranza”. Vendite alle stelle, in Italia addirittura un caso editoriale. L’autrice non ha pubblicato ancora molti libri ma non è certo una donna di poca iniziativa, essendo anche fotografa e sceneggiatrice. Lavorare nel mondo del cinema le ha inoltre fatto incontrare il suo attuale compagno di vita, il famoso registra francese Claude Lelouch (uno dei suoi film più famosi è Un uomo, una donna del 1966, mentre il suo ultimo film è I migliori anni della nostra vita del 2019). Nel marzo del 2021 è uscito il terzo romanzo di questa scrittrice intitolato Tre.
Violette Toussaint è guardiana di un cimitero di una cittadina della Borgogna. Ricorda un po’ Renée, la protagonista dell’Eleganza del riccio, perché come lei nasconde dietro un’apparenza sciatta una grande personalità e una storia piena di misteri. Durante le visite ai loro cari, tante persone vengono a trovare nella sua casetta questa bella donna, solare, dal cuore grande, che ha sempre una parola gentile per tutti, è sempre pronta a offrire un caffè caldo o un cordiale. Un giorno un poliziotto arrivato da Marsiglia si presenta con una strana richiesta: sua madre, recentemente scomparsa, ha espresso la volontà di essere sepolta in quel lontano paesino nella tomba di uno sconosciuto signore del posto. Da quel momento le cose prendono una piega inattesa, emergono legami fino allora taciuti tra vivi e morti e certe anime che parevano nere si rivelano luminose.
Valérie Perrin – Cambiare l’acqua ai fiori, E/O 2019 (pubbl. originale 2018)

L’ho letto tardivamente perché i casi letterari mi creano sempre un po’ di allergia. Devo ammettere però che mi è piaciuto tantissimo, così appena uscito Tre, mi sono precipitata a leggerlo e anche in questo caso, chapeau! un romanzo bellissimo.
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Grazie per il feedback Pina, in effetti ispirava anche me e, ora che me lo confermi, penso proprio che lo leggerò 🙂
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Non lo conoscevo ma lo metto subito in lista! L’idea della signora che lavora al cimitero è geniale.
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A me l’idea non entusiasma, i cimiteri mi mettono ansia e disagio. Ma pare che il libro meriti comunque
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Devo ammettere che la trama mi incuriosisce molto e vorrei leggerlo, anche se quando ho letto il titolo ho subito pensato a un modo di dire, forse solo modenese, che nulla ha a che fare con questo romanzo
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E cosa vuol dire il detto modenese?
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urinare
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Anche Gianni, nei commenti qui sotto, riferisce un modo di dire simile, si vede che in Italia si usa… Suppongo che in Francia invece no, altrimenti credo che avrebbero cambiato titolo 🙂
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A me invece non attira per nulla. Ho dato una sfogliata in libreria e l’impressione è che sia uno di quei testi per cui il successo commerciale è dato dalla banalità del contenuto, con una scrittura neanche particolarmente ricercata (ma, ripeto, è un impressione data da una lettura sommaria di alcune pagine)
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Penso che non piacerebbe neanche al mio compagno, così come non gli era piaciuto L’eleganza del riccio (a me sì)
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…però a me un titolo così fa venire in mente il modo di dire “cambiare l’acqua alle olive”… 😀
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Anche a te ricorda un detto popolare. Che vuol dire il tuo?
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Andare a far pipì 😀
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A Reggio si dice “cambiare l’acqua all’usignolo” 🙂
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Immagino sempre con lo stesso riferimento a un bisogno fisiologico 🙂
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Sì esatto!
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Ho finito ieri di leggere questo libro preso in biblioteca. Non so perchè, ma non mi sono fidata a comprarlo. Sai quanto i casi letterari possano essere pericolosi. Che dire?. La lettura è scorrevolissima e ci ho messo pochissimo a leggerlo. Mi è piaciuto? Mha! Di sicuro non mi sono immedesimata nella protagonista. Forse è troppo: troppi personaggi fuori dal comune, troppo dolore, troppa saggezza, troppo facile la cura omeopatica a base di giardinaggio, troppo equa la vita a punire e redimere. Deve decantare.
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A quanto pare l’abbiamo letto contemporaneamente, anch’io l’ho appena terminato. Ti do ragione, è tutto un po’ “troppo”. Questo però non mi ha impedito di arrabbiarmi con l’autrice quando il Commissario dice alla Protagonista che non l’aspetterà e non la richiamerà. Perché se devi essere ” troppo” allora vai fino in fondo, eccheccavolo! 🙂
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E infatti poi… ma niente spoiler 😉
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