Cara Hunter è una scrittrice venticinquenne nata in Irlanda, laureata in giornalismo alla California State University, e attualmente ricopre un incarico politico nell’Assemblea dell’Irlanda del Nord nelle fila del Social Democratic and Labour Party. Questo sembra essere il suo primo romanzo.
Da quando la morte di suo figlio ha scosso lui e sua moglie, Adam Fawley, ispettore della polizia di Thames Valley, con sede a Oxford, sa che tutto è possibile, e ormai poche cose riescono davvero a sconvolgerlo. Non si può dire lo stesso per gli abitanti di una strada silenziosa ed elegante di Oxford, dove, per puro caso, alcuni operai fanno una scoperta terribile: una ragazza, in evidente stato di shock, è rimasta per molto tempo prigioniera con il suo bambino di due anni nel seminterrato della casa del professor William Harper. Ma per Fawley e la sua squadra non è così semplice trarre conclusioni: il professor Harper, infatti, non solo è molto anziano, ma anche malato di Alzheimer. Difficile credere a quello che dice, difficile pensare che possa aver tenuto prigioniera con la forza una ragazza sicuramente più in forma di lui, e difficile fidarsi dei suoi ricordi… Le cose non faranno che complicarsi quando nel giardino di Harper viene trovato anche il corpo di Hannah, una donna scomparsa alcuni anni prima. Un caso che aveva destato molto scalpore perché quella di Hannah era una famiglia apparentemente perfetta. Per Adam Fawley e i suoi agenti è il momento di vederci chiaro. L’ispettore capirà che la verità sceglie sempre il modo più tortuoso per farsi avanti. Anche quando, in realtà, è sempre stata ben evidente. Bastava solo guardarla dalla giusta angolazione.
Cara Hunter – Dentro il buio, Piemme 2020
Che intreccio complicato! Sicuramente i temi cupi scelti dall’autore non sono adatti a me ma apprezzo la trama originale e i vari livelli di emotività che sicuramente questi personaggi portano con sé.
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Cara Hunter è molto giovane, solo 25 anni, visto il successo di questo penso avrà tempo, nei prossimi libri, per lavorare sulla semplicità, che è sempre la cosa più difficile
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E ci risiamo coi problemi dell’investigatore… 🙂 E noto anche un altro elemento ricorrente dei thriller: il personaggio con una patologia neurologica/psichiatrica. Credo che abbia qualcosa a che fare coi freakshow.
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Be’, di certo lo scemo del villaggio semplifica e intriga allo stesso tempo
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Questo tipo di copertina non mi ha mai attirata. Vuole essere didascalica, insinua il contenuto, ma urla troppo per i miei gusti
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Per non parlare del commentino sulla copertina che vorrebbe intrigare ancora un po’… come se già non bastasse il titolo
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