Dalla scrittrice svedese Mikaela Bley un thriller dal nord. È un giorno di metà agosto, quando la giornalista di cronaca nera Ellen Tamm lascia Stoccolma per tornare a casa della madre a Örelo. Ha avuto un crollo psicologico dovuto al caso della piccola Lycke, una bambina scomparsa, che l’ha fatta sprofondare nell’abisso del suo passato traumatico. Quando aveva otto anni, sua sorella gemella, Elsa, è morta affogata, e i ricordi vaghi e sconnessi di quel giorno la tormentano. Giunta a casa trova una terribile notizia ad attenderla: in un paese vicino è stato ritrovato il corpo senza vita di una donna sconosciuta, picchiata a morte. Nessuno pare in grado di identificare la vittima o spiegare cosa ci facesse lì. Nonostante abbia un disperato bisogno di riposo, Ellen, incapace di dimenticare il suo ruolo di giornalista investigativa, decide di indagare. Inizia così a fare domande e prova a ottenere informazioni dagli agenti di polizia, senza grandi risultati. Più si addentra nel complicato intrigo di ciò che è accaduto, più si rende conto che l’idilliaca cittadina di provincia nasconde segreti. E alcuni dei più inconfessabili riguardano proprio Ellen e la sua famiglia.
Mikaela Bley – Incubo di famiglia, Newton Compton 2018
Sono tornati i lettori da spiaggia! La bambina curiosa che vive in me è molto felice. Buone vacanze!
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Lisa, che bello ritrovarti! Buone vacanze anche a te 🙂
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Ma perché nei thriller gli investigatori hanno sempre passati traumatici?
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Forse per renderceli più simpatici e mitigare l’invidia che potrebbe suscitare uno che riesce sempre a scovare i cattivi e vince sempre
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