A un cuore in pezzi
Nessuno s’avvicini
Senza l’alto privilegio
Di aver sofferto altrettanto
(Emily Dickinson, 1830-1886)
Privilegio
A un cuore in pezzi
Nessuno s’avvicini
Senza l’alto privilegio
Di aver sofferto altrettanto
(Emily Dickinson, 1830-1886)
Tratto d'unione 
Mah
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Cos’è che non ti convince, Rodixidor?
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non so bene cosa pensi rodixidor, ma non è che per forza si debba aver provato la sofferenza per capire la sofferenza… (un nostro caro amico una volta rese l’idea in questo modo: non è che devo essermi fatto per forza una pera per fare l’educatore coi tossici…)
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È la provocazione della poesia, è la sua iperbole
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Esiste un cuore che non ha sofferto?
Penso pochissimi, quindi la selezione di chi si possa avvicinare è un poco generica, anche aggiungendo che il dolore non è misurabile, quindi anche quell’altrettanto aggiunge incertezza ad incertezza.
Mi conforta comunque scoprire che nel testo che riporti alla fine c’è un punto interrogativo. Forse le perplessità non sono solo mie ( e di ammenico) 🙂
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mea culpa, confesso che il punto interrogativo tra parentesi mi era proprio sfuggito. un dettaglio non da poco, dato che probabilmente il senso sta proprio lì
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Credo proprio che il punto interrogativo si riferisca al dubbio sul numero attribuito alla poesia…
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(mah-bis)
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E’ il “privilegio” che contesto.
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È decisamente ironico 🙂
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Direi, si
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eh un cuore a pezzi è diffcile da trattare…
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Sempre, ecco perché è difficile, se non per chi l’ha vissuto, capire ed essere davvero vicino
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