Ella mi sistemava il fiocco sulla bretellina. Le davo le spalle per controllare l’effetto nello specchio, aveva mani fresche che picchettavano rapide sulla mia pelle. Non so come, mi arrivava la loro timidezza di sapone attraverso le ondate di calore bruciante dei faretti. Mi disse “Fatto”, e finalmente respirai a pieni polmoni, inarcando la schiena tanto che lei si fece un passo indietro, ridendo. Qualcuno aprì la porta all’improvviso, lo spostamento d’aria lasciò entrare un paio di metri cubi di vizio e note, e due paia di occhiate già strafatte che si rinchiusero in uno stesso gabinetto. Impassibili, in uno stesso movimento, schiacciammo i fianchi paralleli al bordo del lavandino, per un ultimo sguardo d’insieme, catturato da un selfie di Ella che mi teneva il collo col braccio che sorreggeva il telefono. Mi salì al naso una scia intima di deodorante e sudore a fior di pelle, aprii di più le narici per inalare meglio e dissi “Fanne un’altra per favore”, lei disse “Cheese” e, invece che “formaggio”. Pensai che le sue labbra a cuore avessero detto “ciliegia”. Ero felice. Felice tanto, di essere lì sola con lei, proprio in quel momento. Sorridevamo respirando insieme. Non eravamo che due gocce d’acqua. Presi le vene pulsanti del suo polso minimo con il mio braccio destro, per tenere il suo ancora sollevato e domandarle “Un’altra?” Ma lei si liberò dimenandosi. Mi schiaffeggiò la dolorosa evidenza di una doccia appena fatta. “Tu sei malata. Andiamo via dai, senti che puzza”. Per un momento restai disorientata, ma poi, sempre dal basso, sentii strisciare verso di noi una grossa serpe grigia, le due di prima stavano fumando in bagno, era chiaro. Ella attraversò l’uscita in fretta, la porta si richiuse squarciando nel mezzo un velo di desideri irrealizzati, ciascuno col suo proprio profumo: sapone per quello di onestà verso me stessa, deodorante per quello di peccato, sudore a fior di pelle per quello di fatiche innominabili, ciliegia a fior di labbra per quello di proibito, bagnoschiuma per quello d’ignoto. E tutti si dissolsero nello stesso istante in cui, dall’altra stanza, venne tirato lo sciacquone.


“I 7 sensi” : testi di Francesca Perinelli
Illustrazioni di Davide Lorenzon CRT2
Progetto I magnifici 7