L’incredibile talento vocale e artistico di Nina Hagen salta all’occhio già solo aprendo la sua scheda Wikipedia. Ecco infatti quali sono i generi musicali che le vengono attibuiti: punk, che è quello per il  quale è sicuramente più conosciuta, new wave, pop, NDW che sta per Neue Deutsche Welle (in tedesco “Nuova onda tedesca”), sottogenere musicale derivato dalla new wave e dal post punk caratterizzato da testi in lingua tedesca (chi non ricorda Da da da dei Trio? Ho rivisto oggi il loro video e con una certa sorpresa ci ho trovato qualcosa del Trap che oggi quel povero ragazzo di Young Signorino prova a portare in giro per l’Italia.)

Scusate la digressione, torniamo a Nina Hagen e alla vasta gamma dei suoi interessi e talenti: gothic rock, musica sperimentale, darkwave, schlager (caratterizzato da ballate dolci e sentimentali), rock, blues, ma anche, udite udite: opera lirica!

Nina Hagen (1955) ha avuto una mamma superstar, Eva-Maria Hagen, cantante e attrice molto amata nella Germania dell’Est.

«Avevo 9 anni, ero nei camerini di un teatro con mia madre, quando provai a imitare per la prima volta la voce dei cantanti d’opera. Tutti si voltarono a guardare da dove venisse, perché non la riconoscevano. È lì che è nata la mia voce, è lì che ho scoperto di averla e di poterci lavorare nell’arte».

Ha avuto un padre scrittore e sceneggiatore, Hans Oliva-Hagen, e poi un padrino cantautore e attivista politico, Wolf Biermann. Quest’ultimo nel 1976 viene privato della cittadinanza e gli viene proibito di rientrare nella Repubblica Democratica Tedesca per aver criticato la DDR durante un concerto, così Nina, ventunenne, già etichettata come antisociale e contestatrice, decide di seguirlo nella Germania dell’Ovest.

Lei era già famosa. A diciassette anni aveva girato il suo primo video musicale con una canzone intitolata Du hast den Farbfilm vergessen (“Hai dimenticato di prendere il rullino a colori”) che parlava di una ragazza arrabbiata con il fidanzato che aveva dimenticato di portare in vacanza il rullino a colori. Un testo apparentemente innocuo che però ironizzava sul grigiore della Germania dell’Est. Ecco il video di questa canzone, dove Nina Hagen ha il viso pulito, non avendo ancora adottato il look aggressivo nato dall’incontro col punk, che poi la caratterizzerà per sempre.

Nina Hagen si trasferisce a Londra dove entra in contatto con gli ambienti del movimento punk, che sta nascendo proprio in quel periodo, e fa suo questo genere musicale e stile di vita tanto da diventare per tutti la “Madrina del punk“.
Il prossimo video risale al 1980, Nina ha 25 anni e canta a modo suo Ziggy Stardust, famosa canzone del 1972 di David Bowie.

Nel frattempo la Hagen si è trasferita negli Stati uniti dove, nel 1980 nasce la sua prima figlia, Cosma Shiva, che si chiama così in onore di due grandi passioni di Nina Hagen, gli UFO e l’induismo. Il padre, il chitarrista eroinomane olandese Ferdinand Karmelk dal quale Nina si separa quasi subito, morirà nel 1988 a soli 38 anni ammalato di AIDS.
Nel 1991 arriva il suo secondo figlio, Otis Hagen, nato dalla relazione con Hans Chevalier Hagen.

Nina Hagen è cresciuta in una famiglia e in una società completamente atea e, ha dichiarato, questo l’aveva spinta ad andare alla ricerca di Dio sin dai primi anni ottanta. Nel 2009 si converte alla fede cristiana e, dopo essersi fatta battezzare con il rito protestante, la cantante ha scritto anche un libro su Gesù: “Il battesimo ha cambiato la mia vita. Prima stavo proprio male”.

In questo video del 1992 Nina Hagen ha trentasette anni e canta Stille nacht, famosa canzone di Natale.

Infine ecco un video del 1985 (Nina Hagen qui ha trent’anni) – mi spiace per la pessima qualità delle immagini – dove possiamo ascoltare la cantante in due versioni di sé molto particolari. All’inizio del video la Hagen si esibisce nell’aria più famosa della Carmen di Bizet: L’amour est un oiseau rebelle. Nella seconda metà del video invece canta una canzone che più pop melodico di così non si può (decisamente schlager): World now.
A testimoniare non solo il grande e versatile talento di questa artista, ma anche la sua libertà, nel non lasciarsi intrappolare da un solo canone, nel non restare prigioniera della sua stessa immagine.