Io la sera mi addormento e qualche volta sogno perché voglio sognare
E nel sogno stringo i pugni, tengo fermo il respiro e sto ad ascoltare
Qualche volta sono gli alberi d’Africa a chiamare
Altre notti sono vele piegate a navigare
Sono uomini e donne e piroscafi e bandiere
Viaggiatori viaggianti da salvare
Delle città importanti io mi ricordo Milano
Livida e sprofondata per sua stessa mano

E se l’amore che avevo non sa più il mio nome
E se l’amore che avevo non sa più il mio nome
Come i treni a vapore
Come i treni a vapore
Di stazione in stazione
E di porta in porta
E di pioggia in pioggia
E di dolore in dolore
Il dolore passerà

Io la sera mi addormento e qualche volta sogno perché so sognare
E mi sogno i tamburi della banda che passa o che dovrà passare
Mi sogno la pioggia fredda e dritta sulle mani
E i ragazzi della scuola che partono già domani
E mi sogno i sognatori che aspettano la primavera
O qualche altra primavera da aspettare ancora
Fra un bicchiere di neve e un caffé come si deve
Quest’inverno passerà

E se l’amore che avevo non sa più il mio nome
E se l’amore che avevo non sa più il mio nome
Come i treni a vapore
Come i treni a vapore
Di stazione in stazione
E di porta in porta
E di pioggia in pioggia
E di dolore in dolore
Il dolore passerà

Debutta a quattordici anni Fiorella Mannoia, al Festival di Castrocaro del 1968, con una canzone di Adriano Celentano, e durante gli anni settanta pubblica diversi 45 giri e un LP. Sarà però negli anni ottanta che otterrà il successo, nel 1980 con la canzone di Pierangelo Bertoli Pescatore che canta in duetto con lui, l’anno successivo a Sanremo con Caffé nero bollente. In quel decennio poi arrivarono ancora tanti dei suoi successi più famosi: Come si cambia, Sorvolando Eilat scritta da Mogol, Quello che le donne non dicono, Il tempo non torna più, I dubbi dell’amore tutte scritte da Ruggeri, Le notti di maggio di Fossati, Cuore di cane di De Gregori.

Fiorella Mannoia, con la sua bella voce da contralto, si afferma come una delle maggiori interpreti italiane e le collaborazioni con i più grandi musicisti continano e si ampliano: Pino Daniele, Ron, Samuele Bersani, Massimo Bubola, Daniele Silvestri, Claudio Baglioni, Avion Travel… Nel 2006 pubblica l’album Onda tropicale, dedicato alla musica popolare brasiliana, dove, tra gli altri, duetta con Gilberto Gil, Chico Buarque e Milton Nascimento. Negli anni duemila aumentano i suoi lavori con artisti donne, come Noemi, Gianna Nannini, Laura Pausini, Loredana Bertè.

Ha ricevuto sei volte la prestigiosa Targa Tenco, alla pari con Fossati e De André, unica donna ad averne vinte tante. Inoltre nel 2005 è stata nominata Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Nella sua vita privata: il dolore per non essere riuscita ad avere figli, il forte legame con la madre e tre lunghi rapporti sentimentali. L’interesse per la politica di sinistra, per la condizione femminile e l’attenzione all’equilibrio tra corpo e anima: «Quando allo specchio noto qualche parte calante ci resto male ma poi mi riprendo e mi dico: hai 62 anni, che altro cerchi, puoi permetterti ancora di andare scollata e a braccia scoperte! Le forze non sono più le stesse. Ma l’importante è non straziarsene. Giocare sempre. La vecchiaia è faccenda di corpo, di muscoli. Per il resto è un’invenzione. La vecchiaia non esiste.»
Il suo ultimo album è del 2016 e si intitola Combattente.

Il video che propongo è del 2012 ed è tratto dal dvd contenente il tour della Mannoia che quell’anno lei volle chiamare SUD, per dedicarlo a tutto il sud del mondo, scegliendo canzoni che avessero questo tema come filo conduttore. Con lei sul palco i ragazzi di strada danzatori brasiliani della Fondazione Axé – della quale la cantante è testimonial – impegnata nel recupero di bambini e adolescenti brasiliani che vivono in condizioni disagiate in Brasile.
Qui l’incantevole Fiorella Mannoia ha cinquantotto anni e la bellissima canzone che ha scelto per aprire i concerti di SUD è stata scritta per lei da quel poeta musicista di Ivano Fossati.

Una curiosità: essendo figlia di uno stuntman di Cinecittà, per qualche tempo, negli anni settanta, Fiorella Mannoia ha ripercorso le orme del padre facendo la controfigura. Vi ricordate la scena degli schiaffi tra Monica Vitti e Alberto Sordi sulla spiaggia di Sabaudia? Il film era Amore mio aiutami, diretto dallo stesso Sordi nel 1969 e narrava la storia di una coppia che cercava di vivere un rapporto aperto, purtroppo con esiti nefasti. Era una Fiorella Mannoia quindicenne quella che si prendeva gli schiaffoni al posto della Vitti, per finta però. Se la volete rivedere eccola qua:

L’anno scorso Loredana Berté ha affidato a Fiorella Mannoia la direzione artistica del grande concerto con il quale ha festeggiato i suo 40 anni di carriera. A settembre 2016, nell’Arena di Verona, si è quindi tenuto un evento straordinario: una serata musicale completamente al femminile, durante la quale hanno cantato insieme: Loredana Berté, Fiorella Mannoia, Irene Grandi, Paola Turci, Gianna Nannini, Noemi, Nina Zilli, Patty Pravo, Elisa, Alessandra Amoroso, Bianca Atzei, Elodie. Il concerto è stato dedicato alle donne contro la violenza e il femminicidio e il video che vi propongo – e che purtroppo non ha un audio molto buono – è uno dei duetti di quella serata: Fiorella Mannoia e Irene Grandi interpretano in modo davvero emozionante la bellissima Sally, scritta da Vasco Rossi.

Sally

Sally cammina per la strada senza nemmeno guardare per terra
Sally è una donna che non ha più voglia di fare la guerra
Sally ha patito troppo
Sally ha già visto che cosa ti può crollare addosso
Sally è già stata punita per ogni sua distrazione o debolezza
Per ogni candida carezza data per non sentire l’amarezza

Senti che fuori piove
Senti che bel rumore

Sally cammina per la strada, sicura, senza pensare a niente
Ormai guarda la gente con aria indifferente
Sono lontani quei momenti quando uno sguardo provocava turbamenti
Quando la vita era più facile e si potevano mangiare anche le fragole
Perché la vita è un brivido che vola via
È tutto un equilibrio sopra la follia, sopra la follia

Senti che fuori piove
Senti che bel rumore

Ma forse Sally è proprio questo il senso, il senso del tuo vagare
Forse alla fine ci si deve sentire, e chi lo sa, un po’ male
Forse alla fine di questa triste storia qualcuno troverà il coraggio
Per affrontare i sensi di colpa e cancellarli da questo viaggio
Per vivere davvero ogni momento con ogni suo turbamento
E come se fosse l’ultimo

Sally cammina per la strada leggera, ormai è sera
Si accendono le luci dei lampioni
Tutta la gente corre a casa davanti alle televisioni
E un pensiero le passa per la testa
Forse la vita non è stata tutta persa
Forse qualcosa s’è salvato
Forse non è stato poi tutto sbagliato
Forse era giusto così
Forse ma forse ma sì

Senti che bel rumore